




Adoro le narrazioni in cui la storia si fonde con la fantasia. In realtà mi appassionano un pò tutte le commistioni tra i generi, ma, in particolare, sono fatalmente attratta dai romanzi intessuti intorno a un'opera d'arte o da quelli la cui trama si snoda, comunque, in contesti storico-artistici.
Alcune opere, per il fascino e l'aura di mistero che emanano, si prestano particolarmente ad essere interpretate in chiave romanzesca. Proprio come il ciclo di arazzi fiamminghi dal titolo
Gli arazzi, oggi conservati al Musée du Cluny a Parigi, risalgono alla fine del XV secolo e sono tessuti in lana e seta secondo la tecnica chiamata "millefleurs". Al centro di ogni composizione, compaiono immancabilmente la dama, l'unicorno, e un leone. Non solo la storia della loro realizzazione è avvolta nel mistero, ma trattano anche un tema molto insolito per degli arazzi (di norma, vengono descritte scene di battaglia o di caccia), dalla simbologia alquanto enigmatica. Ogni pannello porta il titolo di uno dei cinque sensi, il sesto (ma potrebbe, in realtà, anche essere il primo), è stato chiamato "A' mon seul désir", per via della scritta che appare, leggibilissima, sulla tenda alle spalle della dama. E il suo significato risulta indecifrabile...
Tracy Chevalier, abilissima nel creare storie avvincenti fantasticando sulla possibile genesi di un'opera d'arte, "svela" a modo suo i segreti che si celano dietro a questo capolavoro. In questo genere di romanzo è forse la mia autrice preferita, perchè unisce alla grazia narrativa, approfondite conoscenze storiche. Nei suoi racconti si attiene scrupolosamente agli usi e costumi dell'epoca, ricostruendone minuziosamente il quotidiano ed anche soffermandosi sui dettagli rigorosamente tecnici delle procedure seguite o per la preparazione e l'impasto del colore (vedi "La ragazza con l'orecchino di perla"), o della tessitura. Tutto questo, senza minimamente perdere di vista i ritratti dei suoi personaggi, che emergono, più realistici e affascinanti che mai, in tutte le loro sfaccettature psicologiche, proprio come Nicolas des Innocents, l'immaginario disegnatore degli arazzi, donnaiolo impenitente, alle prese con la sua manovalanza, gli artigiani tessitori di Bruxelles e, soprattutto, con le bellissime dame che lo hanno ispirato...