venerdì 17 aprile 2009

amiche del cuore



Di tanto in tanto, ho l'impressione di averti ritrovata. E' l'illusione che dura lo spazio di una lacrima, di un abbraccio. So che mi vuoi bene, come io ne voglio a te. Ma i rispettivi dolori, vissuti, elaborati, in modo diametralmente opposto, sembrano averci allontanato. Sei diventata rigida, talvolta intollerante. Chiusa al mondo. Anche quando ti preoccupi per me, e sei sincera, raramente percepisco il calore che emanavi un tempo. Quasi temo di esser giudicata. E mi inbisco. Te lo leggo in faccia quando non approvi le mie scelte. Consapevole di essere cresciuta, tu ora ti definisci sostanzialmente equilibrata. Delusa, amareggiata, ammetti di non essere felice, e di sentirti sola. Ma adulta, finalmente. E ne sei fiera. Trovi appiglio e appagamento, dici, nei tuoi molteplici interessi: le mostre d'arte, i libri, la musica, i film, le ricette di cucina. Eppure ne parli, per lo più, con fredda lucidità analitica, a tratti sembri quasi anaffettiva. Disprezzi la persona che eri: pazza scatenata, lunatica, sognatrice, volubile, incostante, intemperante, coinvolgente. Un fiume in piena. Quella che mi esternava tutto, credendo, a torto, di assillarmi. Ma lei era la mia migliore amica. Io l'adoravo. E me l'hai tolta. Adesso tu sei grande ed io... eterna, confusa, sprovveduta, incoerente ragazzina.

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