venerdì 4 dicembre 2009

piccolo quadro psicopatologico

Esempio di miglioramento (attinente a: lieve accenno di emancipazione dai desideri altrui, presa di coscienza di ciò che realmente voglio. In sostanza: questo è quanto gli altri desiderano e si aspettano da me...ma IO?)

(Dal parrucchiere)
Voce suadente della shampista "Siccome dovrai aspettare un pò...intanto ti facciamo una maschera ristrutturante, ok?"
"No, grazie. Voglio solo una messa in piega. Se devo attendere dieci minuti, sfoglio una rivista. Se mi fate aspettare più a lungo, purtroppo me ne devo andare".

Esempio di stazionarietà (attinente a: ciclico riprensentarsi di atteggiamento abulico e passivo):

Entro nella mia stanza e, nel tentativo di arrivare al pc, inciampo immancabilmente nella stupida valigia semidisfatta che giace nel bel mezzo del pavimento da lunedì scorso. Mentalmente bestemmio e penso "non ha proprio alcun senso che questa valigia continui a stare qui". Infatti, ce la lascio.

Esempio di regressione (attinente a: senso di insicurezza invalidante. In questo caso specifico, trattasi di insicurezza scatenata da tentativi ostinati e involontari, pertanto non facilmente controllabili, di entrare nella testa altrui. Ma è davvero l'insicurezza che determina il bisogno di leggere nella testa altrui, oppure è proprio l'abitudine inveterata, nonché un'innata abilità a farlo che, nei rari casi in cui non centro l'obiettivo, mi genera insicurezza? Nell'esempio riportato, oltre alla regressione sul piano dell'insicurezza, è presente anche un sintomo di stazionarietà per quanto concerne la non ancora acquisita capacità di mentire).

"Sei pregata di dirmi la verità, per favore. Per caso, hai mai curiosato nella mia agendina nera?"

(Solo un attimo di silenzio imbarazzato e colpevole)

"Sì. In effetti l'ho sfogliata...ma non per i motivi che pensi tu".

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