giovedì 28 maggio 2009

ribellione

Dopo essermi sbarazzata dei capelli, mi sono disfatta dell'orrida divisa. Me ne sono inventata una come intendo io.
Non riesco a descrivere con le parole il senso di liberazione e di leggerezza che mi pervade dalla testa ai piedi. Vedo il mondo con altri occhi stamattina! La tentazione è quella di mettermi a volteggiare sulle punte!
Non sopporto le costrizioni. Soprattutto quando non hanno alcun senso. Oggi sto proprio bene! Oggi sono io! In base a quale perversa logica una divisa dovrebbe mortificare il corpo di una donna? Sono in convento, forse? Oltre ad essere artefice di abbrutimento esteriore, quella specie di burka mi opprimeva dal caldo. Era un ingiustificato strumento di tortura. E poi il blu non lo sopporto.
P.S. Al prossimo post potrei anche annunciare ufficialmente il mio nuovo status di disoccupata. Accetto volentieri di correre il rischio.

11 commenti:

  1. mi hai detto tu di cazziarti quando occorre. in questo post non sono d'accordo, non si parla affatto di libertà, ma della tua dipendenza dall'estetica che ti conduce anche a violare le regole del consono abbigliamento sul posto di lavoro. Il luogo di lavoro deve essere improntato alla serietà e alla professionalità (non che tu non lo sia), non all'estetica. Se fossi stata oppressa dal caldo, sarebbe stato sufficiente far presente il tutto e magari farti alzare l'aria condizionata, o parlarne assieme ad altri colleghi. Il discorso del burqua è una grandissima sciocchezza. Anche le infermiere e le dottoresse indossano una divisa, così come gli agenti delle forze dell'ordine e giustamente non esiste che per un complesso di abbruttimento violino le regole della professionalità. Non è accettabile il discorso della "mortificazione" del corpo di una donna, l'estetica la cerchi al di fuori del posto di lavoro, sul quale sei per fornire un servizio, non per mettere in mostra le belle forme o per essere graziosa e seducente. E se ci sono delle regole, vanno rispettate. Trovo che sia davvero triste parlare di queste "ingiustizie" estetiche quando c'è gente che muore sul posto di lavoro perché crollano loro addosso delle impalcature, o perché vengano soffocati da esalazioni gassose, lasciando a casa mogli e figli.

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  2. io cmq le infermiere le farei vestì come nei filme de pierino...

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  3. Tu non le faresti vestì e basta, nun te conoscessi...

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  4. purtroppo viviamo in un paese illiberale, aspetta che diventi ministra la noemi e te tocca pure a te simo'

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  5. Simona, come potrei non concordare con ciò che dici? Io in certi post "estremizzo" in modo IRONICO, ed ho sempre, a quanto pare, la presunzione di non essere presa alla lettera. E' un mio modo di fare e di esprimermi. Se tu mi avessi vista stamattina, ti saresti resa conto che aver "violato" il regolamento non ha minimamente leso la mia immagine professionale o la mia serietà.Ho sostituito l'orrida divisa, che poi è un tailleur bruttino, tagliato male e, soprattutto, pesante (rigorosamente sintetico), con un TAILLEUR decisamente CARINO, più aggraziato, nero anziché blu, più femminile e, soprattutto, più LEGGERO. Non esibivo certamente nè cosce nè scollature! (se è questo che hai immaginato) ;)

    Fausto: ora te mi esageri, però! :)

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  6. ups...mentre scrivevo mi ero persa un pezzo...anzi due!
    mò nun litigate!!!!

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  7. Meno male Cris, temevo la noemite ti avesse colpito! Mi sento tranquilla mò!

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  8. no, no... continuate... quanto m'attizzano ste liti tra donne...

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  9. Em, AHBBBBBELLOOOO de zia! Te stai allarganno troppo! E poi a me i triangoli non piacciono, se proprio devi o me o lei! Vero, Cris? Ma guarda tu!

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  10. Simo, ancora una volta ho scritto un commento senza rendermi conto che ne era apparso un altro (il tuo)!
    "il triangolo no, non l'avevo considerato..." (sto cantando) :))

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