mercoledì 27 maggio 2009

radici

Mi trovo al cospetto di una villetta moderna, ben rifinita, fin troppo curata. Chiunque sia il proprietario, però, gli sono grata per non essersi sbarazzato del tavolinetto da giardino foggiato a fungo, con il suo corollario di funghetti graziosamente espletanti la funzione di sedie. Ultimo ma significativo baluardo dell'antica abitazione, in sè addensa l'anima di questo luogo. Sono tutti lì dentro quei giorni. E' tutto palpitante di vissuto e di affetti. E la nostalgia si fonde ad una strana percezione di sospensione del tempo. Mi rivedo bambina giocare con mia cugina. Ognuna è seduta sul suo fungo. In quell'angolo di cortile che ci incantava. Sento molti dei nostri discorsi. O delle canzoni che cantavamo. E il tavolo mi porta anche oltre. Mi vedo nel momento in cui varco la soglia di casa. Ne riconosco subito il caratteristico odore un pò stantìo, come di mobili vecchi, e quello di naftalina nella stanza di mia zia. Ed è proprio lei la prima figura in cui mi imbatto nell'affacciarmi all'ingresso, un istante prima che mi giungano all'orecchio i consueti, buffissimi battibecchi coniugali tra i miei nonni. E' seduta sulla sua poltrona di pelle, accanto al già allora demodé telefono a muro, rigorosamente nero. Si lamenta quasi impercettibilmente dei suoi dolori artrosici, intanto che si scervella sulla settimana enigmistica o si concentra sulla schedina. E' un tipo un pò maschile mia zia! Fuma come una turca, è una tifosa sfegatata della fiorentina e gioca a carte! Ha sempre il raffreddore. Ed è discretamente sorda. Così discretamente sorda che quella volta in cui mi "semina" per strada portandomi a spasso seduta sul seggiolino posteriore della sua "graziella" lilla, non ode i miei strilli e nemmeno si accorge di avermi persa finché qualcuno, un centinaio di metri più avanti, non glielo fa presente. E' anche di una dolcezza infinita. Come mio nonno. Non a caso sono fratello e sorella. Mia nonna è più austera. Generosa e protettiva ma meno incline alle sdolcinatezze e alle esternazioni di affetto. Nel loro eloquio sopravvivono ancora, seppur in forma attenuata, la cadenza e la pronuncia acquisite nella natia Firenze, abbandonata in età giovanile. L'accento, normalmente affievolito, imbastardito da quello versiliese, riprende vigore e purezza ogni qual volta hanno la sensazione di parlare con persone o in occasioni "importanti". Come la volta in cui mio nonno, intervistato da un "cronista" di Radio Forte dei Marmi sui suoi trascorsi calcistici, ne fece abbondantemente sfoggio, come ben testimoniato da una cassetta che ho ascoltato centinaia di volte dopo la sua morte, fino a consumarla rendendola inutilizzabile, fino a disperdere per sempre quella voce tanto cara. Spiegava che allora la squadra del Forte giocava in una serie che corrispondeva all' odierna "sci" e che "si rescintava thutto hon delle thaaavole-vero..." Il nonno Silvio qua è "famoso". E' uno di quegli "storici" personaggi di paese che tutti conoscono. Già, perché in questi anni Forte dei Marmi è ancora un paese, un vero paese con un'anima. Non una vacua vetrina scintillante di lustrini. Qua è conosciuto come "Schizzo", proprio per via di quei suoi scattanti movimenti sul campo in età giovanile. La sua foto e il suo nome si possono ritrovare anche nel libro di Giorgio Giannelli "La Bibbia del Forte dei Marmi", non so se mi spiego! Schizzi si chiamano ancora tutti i suoi discendenti. Schizza, a metà, lo sono anch'io. E quando qualcuno mi definisce tale, provo un moto di orgoglio che non proverei neanche se fossi l'ultima discendente di Lorenzo il Magnifico!
Intanto che mi allontano e mi avvio verso casa, improvvisamente ricordo le mie preghiere della sera. Erano preghiere sui generis, in quanto mescolavo il sacro al profano, il cristiano al pagano. Le concludevo sempre con una sorta di scongiuro. Quasi attribuendomi poteri sovrannaturali o taumaturgici, come se con le mie parole perentorie avessi potuto sovvertire le leggi immutabili della natura, giuravo solennemente che "il mì babbo, la mì mamma, la mì sorella, il mì fratello, la nonna, il nonno, la zia L. ... non moriranno MAI".

3 commenti:

  1. Allora era una preghiera di questo tipo: http://www.youtube.com/watch?v=ZYLtDHOe9w4&feature=PlayList&p=D8D9D188D1606D31&playnext=1&playnext_from=PL&index=3

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  2. Buongiorno Jae'!
    Ma porca miseria, perchè non riesco a visualizzare la pagina che mi segnali??? Ho fatto copia e incolla e non succede niente...Io sono curiosa! Non posso faticà se non vedo prima il link!

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  3. Jaenada: ce l'ho fatta, finalmente!
    Beh, direi che ci si avvicinava!!! :D :D :D

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