giovedì 7 gennaio 2010

Lola Montez

Lola Bella

Lola Un Pò Meno Bella

Dopo aver letto delle vicende di Lola Montez (fu lei ad ispirare il modo di dire "Quello che Lola vuole, Lola ottiene") nel libro "Storia delle Altre - Concubine, amanti, mantenute, amiche" (non si tratta di un romanzo rosa), la curiosità di constatare la veridicità delle asserzioni entusiastiche sulla sua leggendaria bellezza è stata troppo forte. (Menomale che Google esiste)
Vi propongo due ritratti della celebre mangiauomini o, meglio, manipolatrice di uomini, che si spacciava per spagnola, quando in realtà era irlandese di nascita (che faccia tosta). Lascio a voi il giudizio estetico. Io sono titubante. Talora mi sembra affascinante, talaltra decisamente bruttina.
Fatto sta che, bella o meno bella, qualche dote non comune doveva pur averla, se riuscì a menare per il naso perfino Ludwig I di Baviera. Uomo tutto d'un pezzo, scaltro, ferreo e scrupoloso nell'amministrazione delle finanze e degli affari di stato, che, dinanzi a lei, diventò un agnellino, bevendosi senza batter ciglio, una dopo l'altra, tutte le panzane che lei aveva deciso di fargli bere. La vita di Lola Montez fu a dir poco avventurosa. Degna di un romanzo.
Si chiamava Eliza Rosanna Gilbert, era nata, come già detto, in Irlanda, nel 1821 ma, giovanissima, si trasferì in Spagna dove, dopo aver studiato danza, iniziò una carriera come ballerina e si reinventò da capo a piedi. In realtà, non si limitò alla Spagna. Viaggiò in lungo e in largo per l'Europa. Entrò nel circolo di George Sand, grazie all'"amicizia" con Franz Liszt. Quando tornò in Inghilterra, era ormai Maria Dolores de Porris y Montez, detta Lola, danzatrice spagnola, figlia di un nobile decaduto (anche la storia delle nobili discendenze era ovviamente una panzana). Le recensioni dell'epoca esprimono un certo scetticismo sulla sua reale abilità nell'arte di Tersicore. Sembra che Lola, più che danzare, si prodigasse in sinuose movenze sensuali atte a sedurre. Alla sua attività di danzatrice, a dire il vero, ne affiancò una parallela, e ben più intensa, di cortigiana. Gli amanti illustri non si contano, così come i mariti. Dilapidava il patrimonio di un uomo e poi passava ad una nuova, e più allettante, conquista. Ma il colpo grosso di Lola fu la conquista del cuore di Ludwig di Baviera, un re, ma anche un uomo in piena crisi di mezza età. Che infatti per lei letteralmente rincitrullì (=rincoglionì). Evito di entrare nel dettaglio delle articolate vicende dei due (non posso però omettere che il re ebbe il privilegio di godere delle grazie dell'amata solo due volte; a quanto pare, però, in compenso, lei gli concedeva sovente di baciarla sulla bocca con le labbra un pò dischiuse). Come da copione, Lola ottenne dal potente amante appannaggi da capogiro. Rimediò naturalmente anche un titolo nobiliare, quello di Contessa di Landsfeldt, a seguito del quale alzò ulteriormente la cresta e pretese ancor di più. Fino a farsi detestare dall'intera Baviera, che sopportava sempre meno la sua crescente influenza sul re. Il "povero" Ludwig si accorse di essere stato preso in giro solo quando ormai lei risiedeva in Svizzera con il nuovo amante, dove si era trasferita proprio per mettersi in salvo dalla furia del popolo che la odiava. Ignaro della nuova situazione sentimentale dell'amata, il re continuava a scriverle appassionate lettere d'amore e ad elargire denaro, mantendendo, inconsapevolmente, oltre a lei, anche l'amante. Finché non saltò fuori uno degli ex mariti le cui scottanti rivelazioni non poterono essere smentite nè confutate, e Ludwig si arrese all'evidenza di essere stato ingannato. Come se non bastasse, da lei venne anche ricattato, allorché, per estorcergli un'ultima tranche di denaro, lo minacciò di rendere pubbliche le lettere d'amore che lo avrebbero coperto di ridicolo.
Sul momento, leggere di questa donna con tanto "pelo sullo stomaco", mi ha suscitato un senso di riprovazione. Poi ho gradualmente cambiato atteggiamento, fin quasi a trovarla simpatica.
In linea di massima, chissà quanti di quei polli che ha spennato, erano stati fino a quel momento cinici uomini di affari senza scrupoli e aridi di cuore. Se poi anche gli uomini più intelligenti e "furbi", a un certo punto della loro vita, diventano tanto stupidi dinanzi alle lusinghe di una donna giovane e attraente che gli fà due moine (mi verrebbe da sconfinare nel boccacesco con il celebre "tira più un pelo...ecc. ecc.") peggio per loro...no? Raggiunta la maturità, inoltre, Lola smise di cercare la fama e la ricchezza e si "riscattò" . Si convertì alla religiosità e alle opere di bene. Si adattò a vivere con modestia ed ebbe slanci di generosità e filantropia che ne hanno "nobilitato" l'esistenza.
Scrisse anche un libro di memorie, di cui riporto una frase che mi ha colpito per la modernità di pensiero:

"Il genio non ha sesso!...I grandi uomini ne sono usciti abbastanza bene perché, suppongo io, la gente per principio non si aspetta di trovare tanta o poca moralità nella vita di un grand'uomo. Ma una donna...ah! Una donna deve essere una santa...Cioè, insomma, dovrebbe. E in questo modo si lascia agli uomini il monopolio del peccato, di tutti i peccati del mondo".

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