domenica 22 novembre 2009

una serata particolare

Metti un sabato sera qualunque in cui decidi di andare a mangiare una pizza con un'amica ed alcuni amici dell'amica mai visti prima. Ti aspetti le solite presentazioni. Un vago senso di imbarazzo in attesa che si rompa il ghiaccio. Quattro chiacchiere abbastanza formali. Qualche commento sulla pizza bianca con i fiori di zucca e acciughe (la mia preferita) e sul "fagottino alla nutella" di Teo, che è una roba strepitosa.
Nonostante mi sia prodigata nel fornire le più accurate indicazioni e punti di riferimento inequivocabili affinché la M. e i tre sconosciuti arrivino a destinazione con facilità, rimango un quarto d'ora fuori ad aspettare invano. Decido quindi di continuare la mia attesa all'interno del locale e prendo posto al nostro tavolo. Passano almeno altri dieci minuti e, al di là della vetrata, scorgo la M. che oltrepassa il ristorante senza vedere il ristorante. Sguardo in alto e andatura spedita, si nota proprio che è una leader. E' in testa alla piccola comitiva che la segue fiduciosa. Guarda dritto avanti a sè. Non ci pensa nemmeno a deviare almeno un occhio alla sua destra. Io comincio a smanaccare nel vano tentativo di catturarne l'attenzione. Dopo averla vista scomparire assieme al suo devoto seguito, mi decido a correre fuori e il gruppetto è già a una cinquantina di metri di distanza. Prendo a sbraitare e a saltellare e solo a quel punto i quattro capiscono e tornano indietro. Le risate hanno la meglio sulle presentazioni, che infatti risulteranno sbrigative ed informali. Ci si siede a tavola e si entra subito "nel vivo" senza preamboli di sorta. La C. mi racconta per filo e per segno le tragicomiche vicende ospedaliere che l'hanno appena vista protagonista a causa di un tumore duttale infiltrante della mammella. Il suo sgomento e una buona dose, comprensibilissima, di fifa si miscelano ad un'allegria di fondo e all'ironia, così come alla tendenza a sdrammatizzare tutto facendo ricorso ad una vena di apprezzabile cinismo. La M., senza nemmeno l'ombra di un'ipocrisia, "mette in piazza" il suo rapporto in crisi con il compagno C., che peraltro è lì presente ed ascolta impassibile quasi fosse estraneo ai fatti. Interpreto il suo atteggiamento, assolutamente non reattivo, come una forma di dissimulata mortificazione. Per poi rendermi conto, col procedere della serata, che è proprio così come lo vedi, pacifico e imperturbabile...o forse un pò infingardo? Questa beatitudine gliela leggi in faccia. Anche nella somatica. D'istinto lo associo a Cicciobello. Cicciobello "incassa" che è una meraviglia. La sua potrebbe sembrare indifferenza, se non fosse per i gesti affettuosi che dispensa spesso e volentieri alla compagna che lo sta mettendo, per così dire, un pò alla gogna. In tutto questo, la M. potrebbe sembrare un pò l'arpia. In realtà le sue accorate, concitate, a tratti un pò rabbiose, esternazioni, non fanno altro che manifestare la volontà ostinata, comune a molte donne, di salvare il suo rapporto a tutti i costi e di non arrendersi all'evidenza che l'uomo di cui è ancora innamorata semplicemente non potrà mai cambiare. Emergono una ad una le esperienze di vita, comprese le più sciagurate, e le fragilità di ciascuno. Vengo coinvolta, mio malgrado, fin dall'inizio dalla M., che nel descrivere la sua difficile situazione familiare (Cicciobello a parte), ad ogni evocata tragedia mi chiama in causa "e poi di questo ve ne può parlare la Cri anche meglio di me, perchè è successo anche lei..." "è vero Cri? te ne sai qualcosa, eh? diglielo un pò..." "la Cri mi capisce bene perchè anche lei...".
La pizzeria diventa ben presto teatro di una chiassosa "psicoterapia" di gruppo. Tra una risata e l'altra, occhi che si inumidiscono, qualche lacrima furtiva e qualche altra conclamata.
Al momento dei saluti, i quattro accennano a scusarsi in modo spiritoso per la serata un pò "così"...Anticonvenzionale. Ma non gliene lascio neanche il tempo. Satura come sono di veder sempre edulcorare tutto, stanca delle pantomime in cui tutti si fingono felici o equilibrati, e parlano come presumono tu ti aspetti che ti parlino, oppure ostentano un interesse per la tua persona che in realtà non hanno (se così fosse, saprebbero leggerti negli occhi o, almeno, proverebbero a guardarci dentro), perché non sanno andare oltre le apparenze, fingono di confrontarsi, simulano il divertimento e un'allegria che non gli appartiene affatto (e questo sì che mi rattrista), li ho ringraziati per la magnifica serata. E credo che ci rivederemo presto.

5 commenti:

  1. Chissà come sarebbe andata senza il fuori-programma all'esterno del locale.
    Forse tutti sarebbero rimasti "ingessati" dalla sindrome del primo incontro ed avresti passato una serata "gradevolmente normale" e non magnfica come tu stessa hai detto.
    Magia dell'imprevisto...

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  2. Io che penso tanto, e penso troppo, stranamente non mi ero soffermata su questa prospettiva. Forse inconsciamente gli avevo attribuito la giusta rilevanza (altrimenti, perché lo avrei riportato con tanta dovizia di particolari?). Le tue parole mi hanno fatto tornare in mente uno spot pubblicitario di molti anni fa...non ricordo che cosa pubblicizzasse (anzi, se per caso ti sovvenisse, ti prego...dimmelo!!! perché mi monta una rabbia immensa quando non mi ricordo le cose), che diceva "per vincere, ci vuole una buona partenza"!!!!
    Ciao Caigo (e guarda che sono arrabbiata anche con te, per via della cena dalla gazze :D, buona giornata!

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  3. Ecco...adesso hai messo in crisi pure me con la storia della pubblicità.
    Non mi viene in mente mannaggia!!!

    Ps: come ha detto Gaz pensavamo anche a te...beh...dopo qualche bicchiere pensavamo a mezzo mondo per la verità ;-)

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  4. Sei certa che Cicciobello,come usano fare alcuni uomini quando si trovano in mezzo a un groppuscolo di donne vocianti e inquisitorie,capeggiate dalla di propria fidanzata,non stesse ascoltando la partita con l'Ipod?

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  5. No, jae'!!! fidate! poteva dare quell'impressione, ma, ti assicuro, l'ho osservato bene! nessun filo penzolante e nessuna apparecchiatura sospetta!!!! è proprio così come sembra: Cicciobello! ;)
    ti mando un bacio!...sperando che tu non sia ancora "arrabbiato" per la mia latitanza... :(

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