venerdì 5 giugno 2009

Da giorni facevo il conto alla rovescia. Sapevo che era imminente. E stamattina, puntuale come ogni anno, non è mancato all'appuntamento. A seconda di come soffia il vento, si smorza o si fa schifosamente denso. Tutti sembrano gradirlo. Tranne me. Lo trovano piacevole o inebriante. Come, del resto, anch'io trovo inebrianti altri profumi. Affini per intensità e dolcezza, come quelli del glicine e del gelsomino.
Ma l'odore dei tigli mi dà la nausea e mi sconvolge.
Il malessere è di tipo psicofisico.
Non era così,un tempo.
E il primo manifestarsi del fenomeno mi colse di sorpresa, mi lasciò incredula e turbata.
Mi concentrai un poco per spiegarmene il motivo. E lo trovai in pochi secondi.
L'aria era satura di quell'odore quando, un anno prima, morì Alfredino Rampi nel pozzo artesiano. Quello non fu un piccolo trauma, fu un trauma a tutti gli effetti.
Intere notti insonne a singhiozzare. Nelle orecchie quella flebile vocina. Ora piangeva. Ora diceva voglio la coca cola. Chissà che freddo sente, mi tormentavo. E non può muoversi. E avrà paura del buio...Ed io non posso fare niente...
Le crudeli fatalità della vita, certo.
Ma senza la regia perversa di un idiota che alcuni osan definire giornalista, l'impatto non sarebbe stato tanto devastante. Allora era direttore del TG 1, pensa te! Ed ebbe l'idea geniale di spettacolarizzare l'evento. Ero troppo piccola per fare due più due, e per capire che non potevo aspettarmi niente di meglio, da un essere che risponde al nome di
Emilio Fede


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