venerdì 29 maggio 2009

E' normale andare nel pallone quando sul lavoro vivi giornate convulse come queste. Siamo alla vigilia del fatidico ponte del 2 giugno (Ma chi è che ha inventato i ponti? Lo stramaledico. Non è una novità, certo. Vedi post del primo maggio o giù di lì). Dopo aver risposto al telefono un centinaio di volte, ripetendo, per lo più, le stesse IDENTICHE parole (sono spiacente, siamo al completo. se vuole le dò il numero dell'associazione albergatori. dovrebbero essere informati sulla disponibilità rimasta...) ed esserti sorbita anche le esternazioni polemiche, sarcastiche e stizzose di alcuni aspiranti pontisti delusi
("ah, menomale che c'è la crisi! alla faccia! buon per voi! in Versilia siete fortunati!),
come se fosse colpa TUA, (perchè non avete prenotato prima? Presuntuosi ed arroganti che non siete altro!), cominci a sentire il cervello un pò appannato. In certi periodi, quando lavoravo in altri alberghi o al Consorzio Turistico, mi è capitato di rispondere "Hotel tal de' tali" oppure "centro prenotazioni" al telefono di casa. E' previsto. Ma stasera sono andata oltre. All'ennesimo squillo di "qualcosa", mi dirigo, pronta, verso la parete alla mia destra e sollevo il ricevitore giusto (bada bene: un ricevitore appeso alla parete). Ciò sembrerebbe comportare che io abbia identificato il familiare suono. Ma, allora, perchè, in tono altamente professionale e serio, rispondo
"Hotel A. Buonasera, sono Cristina" ?
La G., cameriera del primo piano, mi manda quasi a quel paese. Con tutto quel che ha da fare in questi giorni, non è proprio il momento di scherzare. Io avvaloro la sua tesi dello scherzo e mi faccio una risata.
Non ci penso minimamente a confessare di aver scambiato il citofono col centralino.


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