sabato 23 maggio 2009


Permeato di negatività, giudica inutile l'esistenza altrui perché sente inutile la sua. Nel disprezzo per il mondo maschera il disprezzo che ha di sè. Le giornate, sempre le stesse, scandite dall'ora del pranzo e della cena. Di nevrosi in nevrosi, tra un insulto e una mania ossessiva, non manifesta una passione o un interesse. Non un moto d'affetto, non un segno di premura per qualcuno. Nemmeno per una sorella. A cui sembra guardare con l'occhio distaccato di un estraneo. Anche se da lei dipende in tutto. L'allegria degli altri gli risulta insopportabile, acuisce la sua rabbia, il suo senso di disagio, di malessere profondo. Quindi, lo scopo diventa avvelanare il clima e gli animi. Se non hai il giusto equilibrio, se non sei forte abbastanza, ti travolge e ti trascina nel suo inferno. Eppure, quella volta, di ritono dal servizio militare, mi portò due piccole bambole. Colsi il valore eccezionale di un gesto destinato a non ripetersi, e la felicità di quel momento la ricordo ancora. Non a caso volli mostrarle in una foto, in cui, fiera, le stringo in pugno come un prezioso dono.

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