sabato 30 maggio 2009

Il nuovo taglio di capelli che tanto mi donava
oggi è semplicemente osceno
Dinanzi allo specchio lo scruto da ogni possibile angolazione

e mi dispero all'idea che passeranno mesi prima che torni alla normalità
Anche la faccia è un'altra
Non solo l'espressione.
Ieri iperattiva che non potevo stare ferma
Oggi è una fatica muovere anche un passo
Migro da una stanza all'altra solo se strettamente necessario
Centellino i movimenti

come se fossero energie sprecate
La mente si accanisce su pensieri che aveva accantonato
per scoprire che vecchie ferite si riaprono in un attimo
Come se non lo sapessi che non esiste cicatrizzazione
ma solo la tranquillità di chi riesce finalmente a non pensare.

Come quando è morto Eliot, il mio cane
Sono passati diciott'anni
e nel frattempo ho conosciuto tante felicità diverse
Non ho certo vissuto nel dolore
Ma se riaffiora il ricordo di quel giorno
e tardo un attimo a scappare
rivivo ogni singola sfumatura dell'angoscia, come se il tempo fosse solo un'astrazione
E, d'altronde, anche quando non voglio rievocare,
bastano le note di una canzone,
casuale sottofondo musicale di quel dramma
a risvegliarmi un malessere profondo
Orrende sensazioni che trascendono i pensieri
che nascono da sé, anche se non le cerchi
Stasera, però, non c'è causa scatenante
Canzoni, luoghi, odori
Niente
Solo un attitudine della mia mente, credo
che, subdola, approfitta di un momento di stanchezza.
Sarà che non mi sento bene.
Sarà la febbre.

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